dalla storia

racconti

un serbatoio per leggere racconti
e per farci stare tutte quelle parole che nell'altro non ci stanno
e per ricordare che tutto ciò che è scritto è vero ed esiste

lunedì 5 novembre 2007

Sogno morale

Quella mattina si era svegliata dopo le cinque, e si era rimessa a dormire, e aveva fatto un sogno, dove erano lei e lui, all’inizio.
Sapeva che stavano andando o entrando in un albergo. E che il nome dell’albergo era sant’Andrea. E che questo era l’unico momento in cui erano stati vicini, e insieme. Poi lui era già salito, e lei doveva raggiungerlo, e si era messa ad aspettare l’ascensore. E c’era un sacco di gente, ad aspettare. Perciò lei, che voleva arrivare subito da lui, si era decisa a salire le scale. Ma gli scalini erano così ripidi che, all’inizio, quasi cadeva all’indietro. Al primo pianerottolo c’erano altre persone ad aspettare l’ascensore, ma erano decine e decine e decine, alcune accoccolate in terra, altre non le vedeva nemmeno. Il suo passaggio era stato come un segnale, perché fu come se, in quel momento, si fossero resi conto tutti che, se non arrivava l’ascensore, c’era comunque un altro modo per salire, e cominciarono ad alzarsi per andare su a piedi anche loro.
Però improvvisamente lei non era più in albergo, ma fuori, e non sapeva come tornare indietro e trovarlo, e pensava: perché non mi telefona, perché non mi chiede come mai non arrivo?
Poi le venne in mente che lui aveva cambiato cellulare, o almeno numero di telefono, cose così. E di sicuro non aveva il suo numero nel cellulare nuovo, e non se lo ricordava di certo a memoria.
Allora telefonò al servizio informazioni, e chiese che le dessero il numero di lui, e loro glielo diedero, solo che, invece del numero, dissero una frase strana, che cominciava più o meno così: il cyemse de… e lei non capiva, non capiva, e non sapeva come avrebbe fatto a telefonare. Però c’era con lei la sua collega, Daniela, e dopo un po’ che provava a chiamare venne in mente (forse a lei o forse a quell’altra) che la frase che le avevano detto era il numero, bastava sostituire alle lettere il numero del tasto corrispondente. Così ci provò, ma era difficile capire bene la frase, e di fatto il numero non riuscì a chiamarlo. E intanto se ne andavano in giro per la cittadina, non erano più all’albergo, non trovavano nemmeno più l’albergo, e benché fossero a Milano, la cittadina aveva strade strette e piazzette piccole, dopo ci pensò, poteva essere Pavia, o forse ancora più piccola. Comunque, era di nuovo sola, ora, e non trovava l’albergo, e non trovava il numero di telefono di lui. e lui non chiamava, non poteva chiamarla. Allora pensò di cercare un taxi, e lo chiamò per telefono, e andò con il naso fino a un palmo da una targa per sapere in che strada fosse e far arrivare fin lì il taxi, ma quella targa era il nome di una scuola, di un istituto tecnico, le sembrava. Così, mentre parlava al telefono con l’autista, cercò in giro il nome della piazza, che da sveglia non si ricordò mai più, e lo disse, all’autista, e lui si mise a ridere e le disse: ma signora, lì c’è la zona della metropolitana, ma si capiva che in realtà con quella frase voleva dire che lei era nel centro storico. Così lei gli domandò se con quello voleva dire che non poteva andare a prenderla, e lui rispose: eeh, no…
E intanto lei pensava come era possibile che si fosse persa, che non riuscisse più nemmeno a trovare l’albergo, ed era urgente, perché voleva stare con lui, così riprovò a chiamare le informazioni, e stavolta le diedero una risposta diversa, perché evidentemente dopo tante volte che chiedevi e non riuscivi a chiamare allora ti aiutavano. Così le risposero che il numero era il sedici trentanove, e il resto del numero era di anticipare due mesi di versamento che poi, forse, il teatro avrebbe ripreso a funzionare. E lei, pur di chiamarlo, era disposta ad anticipare due mesi. Ma c’era il poi, c’era il forse, e c’era il teatro che non le interessava, allora disse: eh, no!
E a quel punto si svegliò, erano le sei e mezza ed era in ritardo.
E allora gli scrisse un messaggio da imparare a memoria.
Morale: tre due, otto otto, sessantacinque, settanta, diciotto.

Nessun commento: